Le criticità
Carenza di un piano di azione concreto di riferimento di carattere nazionale per l’integrazione di Rom Sinti e Caminanti.
Persistere di politiche localiste che si muovono secondo approcci segregativi soprattutto in ambito abitativo
Assenza di piani e azioni efficaci per il superamento dei campi Rom
Nonostante i richiami da parte del Commissario sui Diritti Umani del Consiglio d’Europa, del Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD) e della Commissione Europea contro il Razzismo e l’intolleranza (ECRI), le autorità italiane continuano ad attuare sgomberi forzati di campi abitati senza produrre soluzioni che vadano a sanarne le criticità e la precarietà.
Presenza in Italia di un insieme stimato tra le 3000 le 15.000 persone di apolidi di fatto prevalentemente concentrati nei campi Rom.
Le nostre raccomandazioni
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Interrompere la devastante spirale degli sgomberi forzati degli insediamenti non autorizzati adeguandosi alla legislazione internazionale.
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Dare corpo alla proclamata chiusura dei campi-nomadi attraverso programmi di intervento sistemici e integrati alle risorse territoriali. Va rotto lo schema delle “politiche dedicate” e vanno ricondotte le famiglie o i singoli nei servizi territoriali e scolastici, nelle politiche del lavoro già esistenti, nelle strutture sanitarie locali.
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Intervenire urgentemente sulle situazioni di “apolidia di fatto”, in particolare per i minori in procinto di raggiungere la maggiore età.
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Dare concretezza alla Strategia Nazionale di Inclusione del 2012, in particolare per la costruzione di un quadro nazionale coerente dove possano muoversi le amministrazioni locali.
- Accorciare la distanza tra il mondo della ricerca e dell’indagine sociale e quello dell’associazionismo e delle Istituzioni, favorendo lo sviluppo di un dibattito radicale sulle azioni necessarie nella prossima legislatura.