Magherini e Cucchi: lo stato attuale dei processi

Magherini Il 13 luglio 2016, nell'ambito del processo per la morte di Riccardo Magherini, a Firenze è stata emessa la sentenza di primo grado

Magherini

Il 13 luglio 2016, nell'ambito del processo per la morte di Riccardo Magherini, a Firenze è stata emessa la sentenza di primo grado: il giudice Barbara Bilosi ha condannato a sette e otto mesi di reclusione per omicidio colposo tre dei quattro carabinieri intervenuti in Borgo San Frediano la notte del 3 marzo 2014. Un quarto è stato invece assolto per non aver commesso il fatto, così come le due volontarie della Croce rossa che avevano prestato i primi soccorsi.

Il 13 ottobre 2016 il giudice Barbara Bilosi, nel riferire le motivazioni della sentenza del luglio scorso, ha dichiarato che l'intervento dei carabinieri "era legittimo e giustificato dalla necessità di bloccare" l'ex calciatore,"in preda a un delirio allucinatorio". Circa dieci pagine sono state dedicate alle abitudini di consumo di Magherini, e in numerosi passaggi si è insistito sull'assunzione della cocaina come causa principale del decesso. Secondo la Bilosi, lo stato d’intossicazione in cui si trovava Magherini fu “preponderante” nel determinarne il decesso e “le lesioni riportate non possono essere in alcun modo ricondotte ad un’azione dei militari che, ad eccezione di due calci privi di efficienza causale sul decesso, non lo hanno picchiato, percosso, leso in alcun modo, come emerso nettamente dalla consulenza medico legale e come oggettivamente confermato dalla condotta autolesionistica di Magherini”. I carabinieri, scrive ancora la Bilosi, dovevano bloccare Magherini “per salvaguardare la sua incolumità e quella pubblica, essendosi quanto meno reso autore di un reato per cui è previsto l’arresto in flagranza”.

Cucchi 

A giugno 2016, nell’ambito del processo d’appello bis per la morte di Stefano Cucchi, il pg Eugenio Rubolino ha chiesto la condanna per omicidio colposo per cinque medici dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, che erano stati assolti in secondo grado con una sentenza che la Cassazione aveva poi annullato. Il 19 luglio 2016 la terza corte d'Appello di Roma ha scagionato i cinque medici imputati per omicidio colposo nel quarto processo per la morte di Cucchi, perché il fatto non sussiste". Adesso probabilmente seguirà un nuovo appello presso la Corte Suprema.

Il 4 ottobre 2016, nell'ambito dell'inchiesta bis, è stato depositato l'atto istruttorio di 250 pagine da parte del collegio nominato in sede d'incidente probatorio, composto dai professori Francesco Introna e Franco Dammacco, e dai dottori Cosma Andreula e Vincenzo D'Angelo. Nonostante, secondo i periti, i dati raccolti “non consentono di formulare certezze sulla(e) causa(e) di morte", due sarebbero secondo costoro le ipotesi più accreditate: una riconducibile all'epilessia e l'altra alla frattura della vertebra sacrale. La prima, ovvero “una morte improvvisa ed inaspettata per epilessia" per la quale "la tossico-dipendenza di vecchia data può aver svolto un ruolo causale favorente per le interferenze con gli stessi farmaci antiepilettici, alterandone l'efficacia e abbassando la soglia epilettogena", è per i periti la più attendibile. La perizia però conferma anche le lesioni alla colonna vertebrale, indizio che aggiungerebbe credibilità alla tesi per cui Cucchi sia stato picchiato. Per questo la stessa Ilaria Cucchi ha scritto che «con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale.

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