Da Repubblica Milano del 28 Novembre 2016, di Paolo Hutter
" Una nuova famiglia milanese ha saputo trasformare il giorno del proprio riconoscimento in forma pubblica in occasione per ricordare a tutti il valore dell'accoglienza e la necessità di dare pienezza ai diritti dei nuovi cittadini milanesi e italiani" :dice così il passaggio finale della motivazione pensata dalla consigliera Anita Pirovano di Sinistra per Milano, poi sottoscritta anche dal Pd, poi approvata dalla conferenza dei capigruppo.
Siamo rimasti ovviamente gratificati e sorpresi.
Non si mette in conto di essere premiati per come si architetta il proprio matrimonio! Ma a ben pensarci, a voler cogliere e interpretare la grande quantità di felicitazioni e complimenti che abbiamo ricevuto, per l'unione prima e per l'Ambrogino poi, qualcosa di meno sorprendente e bizzarro emerge, e vale la pena di ragionarci.
L'approvazione della legge sulle unioni civili è stata sudata, combattuta e travagliata. Ricordiamo le manifestazioni dell'inverno scorso, piazza Scala gremita all'inverosimile dalla folla "arcobaleno". Milano ha vissuto in modo particolare questa tensione e questa passione, con la sua cultura laica metropolitana alla quale si contrapponeva il Pirellone illuminato per il Family Day, la più o meno velata omofobia leghista. Dalla parte della causa lgbt, invece, sono state l'amministrazione Pisapia e poi anche la campagna elettorale di Sala.
Si può addirittura ipotizzare che per il successo - di misura - del sindaco di centrosinistra nel ballottaggio l'appoggio compatto dei soggetti "arcobaleno" lgbt sia stato molto importante.
A Milano, insomma, come ma anche più che nelle altre città, c'è stata una forte identificazione con la causa delle unioni civili e quindi anche forse un desiderio di avere poi a portata di mano, tra i conoscenti, una coppia che incarnasse e utilizzasse questa sudata nuova legge.
E' successo a noi due, anche a causa della intuizione che ci è stata suggerita dalle nostre esperienze, ovvero quella che abbiamo definito la unione civile "multitenica": l'aver chiamato come celebranti e testimoni tre donne, tre amiche, di origine africana. Abbiamo avuto alla nostra unione alcuni esponenti delle comunità straniere e delle seconde generazioni e due rifugiati del gruppo Africa Arci Gay.
Anche questo dell'accoglienza e della convivenza multietnica è un tema sul quale c'è una forte sensibilità a Milano, e che cerca e trova spesso occasioni in cui manifestarsi. Incrociarlo con il contrasto e il superamento dell'omofobia è una delle nuove possibilità e necessità del secolo.
Anche i più giovani tra i nostri amici di origine extracomunitaria ci raccontano quanto sia ancora forte il pregiudizio.
L' inedito "Ambrogino di coppia" che ci viene assegnato lo dobbiamo prendere come un segno di queste sensibilità e un invito ad agire nella direzione della convivenza.