La questione delle nomine per ricoprire cariche di controllo sulla regolarità delle procedure in ambito universitario continua ad animare discussioni. In particolare la scelta dell’ex iena Dino Giarrusso come nuovo dirigente dell’Osservatorio sui concorsi universitari ha portato un nutrito numero di docenti universitari appartenenti a diverse società scientifiche a protestare per tale decisione che porta ad affidare un incarico così importante a chi «non ha alcun merito culturale, ma che è noto per la discussa notorietà mediatica», come sostenuto da Paolo D’angelo, membro del CUN. Giarrusso è noto, oltre che per essere un giornalista televisivo, per essere stato un candidato alle politiche del M5S, poi non eletto e recentemente nominato dal Sottosegretario all’Istruzione Fioramonti come suo primo collaboratore. La vicenda apre una riflessione sulle scelte dell’attuale governo in merito alla gestione e al controllo di uno aspetto particolarmente critico dell’Università italiana, quale i concorsi di accesso e avanzamento di carriera negli Atenei.
Per quanto riguarda il comparto scuola e in particolare la stabilizzazione degli insegnati precari, il ministro Bussetti ha dichiarato l’intenzione, per l’anno scolastico in corso, di avviare i corsi per far conseguire ai docenti la specializzazione per il sostegno. Sono stati ipotizzati 10mila posti che, tuttavia, a detta dello stesso ministro, è un numero da prendere «con il beneficio dell’inventario». L’effettiva attuazione di tale proposta infatti può realizzarsi solo in conformità della legge di mobilità. Il ministro si è inoltre espresso anche riguardo al Bonus di 500 euro previsto per i docenti, sostenendo l’opportunità di riconoscerne il diritto anche agli insegnati precari. Resta da capire se tali dichiarazioni di intenti saranno poi effettivamente realizzate.
Il nodo del reclutamento dei docenti nelle classi di ogni ordine e grado della scuola verrà affrontato dal nuovo governo promuovendo un progetto di grande semplificazione. Bussetti ha infatti detto di voler tornare ai concorsi ordinari e di voler abolire i concorsi straordinari per precari abilitati e non abilitati e il percorso Fit di formazione triennale a seguito di concorso. L’idea di semplificare, seppur nelle intenzioni funzionale a risolvere la complessità di alcune questioni, rischia di scontrarsi con le aspettative e rivendicazioni di un rilevante numero di docenti che hanno già avviato lunghi percorsi di formazione per l’ottenimento dell’abilitazione e accumulato molti anni di esperienza di insegnamento, nonché con le posizioni sostenute da sindacati e parti sociali.