di Gabriele Martini - La Stampa, 1 settembre 2016
Sempre più difficile ottenere lo status. Oltre sei su dieci non ricevono alcuna protezione Uno su venti. In Italia solo il 5% dei richiedenti asilo ottiene lo status di rifugiato. Il 13% riceve il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, che dura 5 anni e viene rilasciato a chi rischia di subire un danno grave nel caso di rientro nel proprio Paese. Mentre il 19% consegue la protezione per motivi umanitari (24 mesi, prorogabili). Ma negli ultimi anni, a fronte dell’aumento dei flussi, il Viminale ha imposto una stretta rendendo i criteri più stringenti. Il risultato è che la quota di domande respinte si è impennata: 22% nel 2012, 39% nel biennio successivo, 59% nel 2015, fino a toccare il 63% nei primi otto mesi del 2016.
La caccia al foglio di carta
Il migrante che vuole richiedere asilo in Italia presenta una domanda di protezione internazionale alla questura o alla polizia di frontiera. La richiesta viene esaminata da una delle 40 commissioni territoriali del dipartimento delle libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno, che decidono in base a interviste individuali. Nel 2012 tre richiedenti asilo su quattro ottenevano il permesso di rimanere in Italia. Ma negli anni la fetta di coloro che hanno diritto a una qualche forma di protezione è precipitata: 61% nel 2013 e nel 2014, 41% nel 2015, 37% nel 2016.
Boom di domande
Le richieste di asilo, invece, sono in aumento: 70 mila da inizio anno. Nel 2012 furono 17 mila, 26 mila nel 2013. Il 2014 è stato l’anno del boom con 63 mila domande, poi cresciute a 83 mila nel 2015. Quest’anno - se la tendenza registrata finora si manterrà costante - supereranno le 100 mila. Comunque molte meno rispetto ad altri Paesi europei. In Germania, dopo il milione di domande pervenute nel 2015, si aspettano 300 mila richieste entro fine anno. Quel che è certo è che dei quasi 58mila migranti che da inizio 2016 hanno ricevuto risposta alla domanda di asilo in Italia, la maggioranza non può restare: oltre 34 mila stranieri hanno ricevuto un foglio di via con l’obbligo di lasciare il territorio nazionale entro dieci giorni. Cosa che quasi mai accade: il documento, spesso, è il preludio a una vita da fantasma nel mondo della clandestinità.
Ricorsi e riforme
Per i migranti che si vedono respinta la richiesta d’asilo resta la possibilità di presentare ricorso in un tribunale ordinario, le cui sentenze possono essere a loro volta impugnate davanti alla corte di appello e, in ultima istanza, in Cassazione. Nei primi cinque mesi dell’anno i migranti ad aver presentato ricorso sono stati 3500 al mese, circa la metà di coloro che si erano visti rigettare la domanda d’asilo. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha proposto di creare tribunali specializzati con giudici dedicati e di sopprimere l’appello. Pochi siriani Ma qual è l’identikit dei richiedenti asilo in Italia? Nove su dieci sono maschi, l’88% ha meno di 35 anni, quasi il 60% arriva dall’Africa. La Nigeria guida la classifica dei Paesi di provenienza (11 mila domande), seguita da Pakistan (7100), Gambia (6000), Mali (4700), Senegal (4300), Bangladesh (4100) e Afghanistan (2500). I siriani che nel 2016 hanno cercato protezione in Italia sono meno di 800, nonostante le richieste siano state quasi tutte accettate.