Il sostituto pg di Milano Massimo Gaballo ha chiesto di condannare a 13 anni i due carabinieri e a 10 anni e 6 mesi i sei agenti imputati nel processo, davanti alla Corte d'Assise d'appello di Milano, per la morte di Giuseppe Uva, avvenuta nel giugno 2008 a Varese. In primo grado i militari e i poliziotti, accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato, erano stati assolti.
Giuseppe Uva, 43 anni, era stato fermato dai militari Stefano Dal Bosco e Paolo Righetto mentre cercava di spostare delle transenne dal centro di Varese. Successivamente, era stato portato prima in caserma e poi all'ospedale di Circolo di Varese -per essere sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio-, dove morì la mattina successiva.
Secondo Gaballo, la "costrizione fisica" a cui fu sottoposto Uva quella notte, insieme alle "lievissime lesioni riscontrate sul suo corpo", gli avrebbe provocato quella "tempesta emotiva" in seguito alla quale si sarebbe scatenato "l'evento aritmico" e da lì la morte.
La sentenza è prevista per giovedi 31 maggio.
Finalmente, dopo una vicenda processuale che è durata dieci anni e che è stata costellata di omissioni, reticenze e procedimenti paradossali, si potrebbe verificare una svolta nel processo, grazie anche alla lunga battaglia condotta della sorella Lucia e sostenuta anche dalla nostra Associazione.