29 maggio Save The Children ha diffuso il suo terzo rapporto annuale sulla condizione dei bambini nel mondo. Tra il 2010 e il 2019 importanti progressi si sono realizzati nel miglioramento delle condizioni di vita dei bambini nel mondo. Nel 2000, i minori derubati della propria infanzia erano 970 milioni, un numero che oggi si è ridotto di 280 milioni. E così in diversi campi qualche passo avanti c'è stato. Ad esempio rispetto al 2000 si registrano 4,4 milioni di morti infantili all'anno in meno; il numero di bambini colpiti dalla malnutrizione è sceso di 49 milioni; si contano 115 milioni di bambini in meno tagliati fuori dall'educazione e 94 milioni in meno coinvolti in varie forme di lavoro minorile. E ancora, rispetto a venti anni fa, il numero di spose bambine si è ridotto di 10 milioni e quello delle gravidanze precoci di 3 milioni. Sierra Leone, Ruanda, Etiopia e Niger i Paesi al mondo che hanno fatto registrare i maggiori progressi in termini di tutela dell'infanzia. Tra i peggioramenti evidenti, le condizioni dei bambini coinvolti nelle aree di conflitto. Nel 2016 in guerra sono stati uccisi 53.000 bambini, di cui il 64% in Medio Oriente e Nord Africa. Non a caso la Siria con Venezuela e Trinidad e Tobago costituisce il gruppo degli unici tre Paesi al mondo dove le condizioni di vita per i bambini, negli ultimi 20 anni, non hanno subito alcun tipo di miglioramento, con lo Yemen che si segnala invece per le forti difficoltà nel reperire dati aggiornati, a causa del devastante conflitto in corso nel paese ormai dal 2015. Nel complesso, nel mondo 31 milioni di minori oggi sono costretti a fuggire dalle proprie case nel tentativo di mettere in salvo di combattimenti la propria vita. Inoltre ogni giorno, nel mondo, 15 mila bambini perdono la vita prima di compiere i 5 anni. Tra le cause principali la polmonite, che solo nel 2017 ha provocato la morte di oltre 800 mila bambini. Circa 1 bambino su 4 sotto i 5 anni, inoltre, risulta attualmente affetto da malnutrizione. I passi avanti dunque ci sono, ma il cammino è davvero lungo.
Rapporto sullo stato dei diritti in Italia