Il 14 settembre a Trieste, i rappresentanti di FISH e FAND, le due Federazioni maggiormente rappresentative delle organizzazioni delle persone con disabilità, hanno incontrato il Presidente del Consiglio Conte e il vice-ministro alla famiglia e alla disabilità Zoccano.
L’incontro è stato l’occasione per fare il punto su diversi temi relativi alla situazione delle persone con disabilità e allo sviluppo di politiche realmente inclusive in Italia, a partire dal rispetto della Convenzione ONU (L. 18/09) e dall’attuazione del secondo Programma di Azione sulla disabilità. Come riportato in un comunicato della FISH, dal presidente Vincenzo Falabella: “Abbiamo chiesto al Presidente di riprendere quel Programma e che il Governo assuma un ruolo centrale per la sua reale attuazione, rilanciando al contempo i lavori e la collaborazione dell’Osservatorio. L’Osservatorio va sicuramente riattivato quanto prima, tanto più vista la vocazione del nuovo Ministero per la famiglia e le disabilità. Il ruolo di raccordo fra i Ministeri e le Istituzioni che esso ricerca può essere ben supportato dall’Osservatorio”. Tra i diversi temi toccati nel corso dell’incontro particolare attenzione, è stata prestata ai temi della vita indipendente, dei caregiver famigliari, dell’inclusione scolastica e al tema della povertà e dell’impoverimento spesso strettamente correlato con la disabilità: “Nell’imminenza dell’elaborazione della legge di bilancio, abbiamo sollecitato un adeguato finanziamento del Fondo per il "dopo di noi", del Fondo per la non autosufficienza, di quello per le politiche sociali. Abbiamo ribadito però la necessità di adeguato monitoraggio e verifica sull’impiego reale ed efficace di questi Fondi. In particolare sulla non autosufficienza sarebbe più che opportuno delineare un Piano e livelli essenziali in modo da evitare disparità territoriali quanto mai evidenti”.
I vari temi presentati richiederanno momenti e contesti di discussione e pianificazione (a partire da una rapida riattivazione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità) e dall’individuazione dei fondi necessari (preoccupa in tal senso, come denunciato anche dalla LEDHA, il taglio di 10 milioni di euroin due anni previsto nella legge di Bilancio per il fondo del “dopo di noi”).