Bolzano: nuovo carcere, la Garante dei detenuti chiede garanzie

Berti: "La Provincia deve fornirci indicazioni precise sulla costruzione". "È giunto il momento che anche la Provincia - spiega Franca Berti, Garante dei detenuti e delle persone private della libertà personale - torni ad occuparsi del carcere

Ristretti Orizzonti, 2 dicembre 2016

Berti: "La Provincia deve fornirci indicazioni precise sulla costruzione". "È giunto il momento che anche la Provincia - spiega Franca Berti, Garante dei detenuti e delle persone private della libertà personale - torni ad occuparsi del carcere, facendo chiarezza circa i tempi di realizzazione della nuova struttura, considerato che la gara si è conclusa ed è stata individuata la ditta che assumerà l'appalto.

Adesso sarebbe utile comprendere cosa ha bloccato i lavori di realizzazione della struttura. Si potrebbe pensare ad un incontro di tutte le parti coinvolte e della comunità bolzanina in un'assemblea cittadina. Queste incertezze rappresentano sicuramente una delle cause del malessere di coloro che tutti i giorni entrano in carcere per prestarvi servizio.

Ad oggi, ma da molti, troppi anni, la Casa Circondariale di Bolzano è una struttura inadeguata, al limite della fatiscenza, decisamente e gravemente inidonea tanto per chi vi è ristretto, quanto per coloro che vi lavorano. Rappresenta inoltre una vergogna per la nostra comunità, come aveva sottolineato anche il presidente Kompatscher a seguito di una sua visita in Istituto.

La soluzione alle difficoltà di chi lavora in carcere non può però essere trovata nell'annullamento delle attività trattamentali riservate ai detenuti o nel tentativo di osteggiare i permessi premio, o le misure alternative alla detenzione, come proclamato da alcune sigle sindacali della Polizia Penitenziaria. Misure, queste, peraltro di competenza della Magistratura di Sorveglianza e previste per legge, come il trattamento intramurario dei detenuti.

Sempre più dovrebbero essere favorite, invece, tali attività, che restano l'unico strumento per contrastare la sottocultura della devianza che sempre più permea la realtà carceraria. Così come andrebbero sempre più valorizzati gli istituti dei permessi premio e delle misure alternative alla detenzione, che favoriscono il graduale reinserimento socio-lavorativo accompagnato da operatori, di quelle persone oggi detenute, che comunque torneranno libere, così da favorire anche una maggior sicurezza sociale per la nostra comunità".

da Alto Adige

fonte immagine: corrieredellasera

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