Famiglia/famiglie

Acquisite le unioni civili, che stanno dando buona prova di sé e sembrano essere ben accettate dall'opinione pubblica, il dibattito – talora lo scontro – sembra essersi spostato sul concetto di famiglia. E ciò, nonostante che le coppie omosessuali abbiano visto negli ultimi anni riconosciuto il diritto “ad avere figli” tramite l’adozione e sostanzialmente per l’indiscusso “bene del minore”.

Ottobre 2017

di Ezio Menzione

Acquisite le unioni civili, che stanno dando buona prova di se’ e sembrano essere ben accettate dall’opinione pubblica, il dibattito – talora lo scontro – sembra essersi spostato sul concetto di famiglia. E ciò, nonostante che le coppie omosessuali abbiano visto negli ultimi anni riconosciuto il diritto “ad avere figli” tramite l’adozione e sostanzialmente per l’indiscusso “bene del minore”.

Fine settembre - Avviene così che la Presidenza del Consiglio alla fine di settembre abbia indetto la terza Conferenza Nazionale sulla Famiglia ed abbia invitato in Campidoglio rappresentanti di tutte le associazioni che si interessano a questo aggregato sociale meno che quelle che si interessano delle unioni, e dunque delle famiglia, di omosessuali. In verità, l'AGEDO è stata invitata, pur senza prevederne l’intervento, ma essa, come si sa, non è specificamente rivolta alle famiglie omosessuali, bensì è l’associazione delle famiglie (eterosessuali) che curano le problematiche relative all’avere figli omosessuali. Non è stata invitata, per esempio, l’Associazione Famiglie Arcobaleno, se non la più rappresentativa, certo la più nota fra le associazioni che si battono per una sostanziale parità di dignità e diritti per le famiglie delle coppie omosessuali. Si è alzata subito, da vari settori, e non solo da parte degli omosessuali, una ovvia protesta: si discute di famiglia e non si prendono in considerazione le nuove famiglie che si caratterizzano, fra l’altro, proprio per essere composte attorno ad una coppia omosessuale e che certo potrebbero arricchire il dibattito avanzando proprie specifiche problematiche.

La Presidenza del Consiglio deve essersi accorta del grave errore commesso e la Sottosegretaria Elena Boschi ha invitato le associazioni omosessuali ad un incontro a latere della conferenza. “Peggio il tacòn del buso!”, direbbero in Veneto o “peggio la toppa del buco!” direbbero in Toscana. L’invito in un seminascosto “sgabuzzino” non poteva certo soddisfare le associazioni degli omosessuali, anzi, delle famiglie omosessuali, e l’incontro è stato rifiutato finché anche il Governo non prenderà atto che esistono anche le famiglie omosessuali, specie dopo l’istituzione delle unioni civili, e che esse debbono essere trattate al pari della famiglia eterosessuale.

27 settembre – Il regista catanese Sebastiano Riso, che aveva presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il suo film Una Famiglia viene rincorso e aggredito nell’androne di casa da un manipolo di omofobi e riporta lesioni piuttosto gravi. Secondo alcune agenzie di stampa l’aggressione era accompagnata sì da dileggi contro il suo essere gay dichiarato, ma anche per la rappresentazione della famiglia che egli ha dato nel suo film (peraltro un brutto e sconclusionato film, con passaggi quasi omofobi: segno evidente che non basta essere gay per essere immuni da riflessioni omofobe)

4 ottobre – Il Comune di Sesto S.Giovanni, recentemente passato da una giunta di centrosinistra ad una di destra, lascia il READY, cioè la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni che promuovono pratiche antidiscriminatorie e aderisce alla rete, apertamente di destra e tutt’altro che gay friendly, dei Comuni Amici della Famiglia.

I tre fatti soprariportati dimostrano quanto sia difficile per una parte dell’opinione pubblica, ma soprattutto per alcune istituzioni (e non solo quelle rette dalla destra) accettare il dato di fatto che esiste da molti anni e che è stato codificato anche per legge, che ormai sul palcoscenico sociale esistono e stanno ben ritte una pluralità di famiglie, ognuna con le proprie caratteristiche e specificità e i propri problemi. L’opinione pubblica può anche metterci un po’ di tempo a metabolizzare questa (relativamente) nuova realtà. Più incomprensibile risulta che non vi riescano le istituzioni e i loro rappresentanti politici. A meno di pensare che essi considerino le unioni civili un mero incidente di percorso che sarà presto revocato e così corretto tornando così alla “famiglia unica”, quella unita in matrimonioo, possibilmente religioso, anzi, unicamente cattolico.

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