La nuova guerra di Salvini. Le reazioni alla proposta di inasprimento delle pene per i consumatori di sostanze stupefacenti e per l'abolizione della modica quantità

Le reazioni alla nuova crociata di Salvini contro i consumatori di sostanze stupefacenti

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini vuole presentare un progetto di legge sul contrasto dello spaccio e del consumo di droga. Il disegno di legge prevede pene più aspre per gli spacciatori ed elimina il concetto di “modica quantità”, cioè la quantità di stupefacenti legalmente detenibile per uso personale.

Il nuove provvedimento sembra rievocare quanto previsto in passato dalla legge Fini-Giovanardi, da molti considerata come la maggiore causa del sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani.

Tra le principali misure proposte da Salvini: la detenzione da 3 a 6 anni, la multa da 5.000 euro fino a 30.000 euro e revoca del veicolo.

L'annuncio ha suscitato immediate reazioni da parte di Forum Droghe, associazione impegnata da quasi 25 anni per un cambio di rotta sulle politiche sulle droghe, membro con status consultivo dell’ONU presso ECOSOC.

Maria Stagnitta, Presidente di Forum Droghe, sottolinea come “il Ministro Salvini sembra far finta di non sapere di cosa parla. La “lieve entità”- spesso confusa volutamente con la “modica quantità” che non esiste più dal 1990 – semplicemente colpisce, laddove esistono circostanze ben definite verificate da un giudice, con pene minori le condotte di piccolo spaccio. Pene che tanto minori non sono, visto che parliamo comunque di condanne da sei mesi a 4 anni. Sono già talmente sproporzionate oggi le sanzioni sulle droghe che più di un terzo dei detenuti è in carcere per l’art. 73, quello sullo spaccio. Peraltro spesso in misura cautelare, e moltissimi per fatti di lieve entità, a smentire il Ministro che sostiene che “non finisce nessuno in carcere”. E’ necessario un cambio di rotta, perchè le forze dell’ordine – continua Stagnitta – sarebbero meglio impiegate se non dovessero inseguire i pesci piccoli dello spaccio per le strade, occupandosi di crimini ben più gravi e rilevanti per la società e i cittadini. Lo sarebbe, come dimostriamo ogni anno nel Libro Bianco sulle droghe, anche il nostro sistema giudiziario letteralmente ingolfato dai procedimenti per droghe. Perchè il problema dello spacciatore che torna a spacciare dopo pochi giorni il suo arresto, laddove esiste, esiste perchè il sistema giudiziario non è in grado di assicurare un processo giusto in tempi brevi, affogato com’è dalla repressione. E se non fosse così, ci sarebbe comunque qualcuno talmente disperato, a causa delle leggi criminogene come la Bossi-Fini o da ultimo il decreto Salvini, disposto a farlo per sopravvivere. Raddoppiare le pene servirà solo ad aggravare il problema riempiendo le carceri, non certo a risolverlo.”

Per Hassan Bassi, segretario nazionale di Forum Droghe “Abbiamo già un impianto penale pesantissimo. Rischia più carcere uno spacciatore che un omicida. Non si capisce di cosa stia parlando il Ministro, davvero vuole portare l’Italia ad assomigliare a paesi come la Russia? Viviamo da decenni in una condizione di ipocrisia collettiva, trovare sostanze stupefacenti è per chiunque facilissimo malgrado i miliardi spesi nella repressione ed inutili campagne di prevenzione affidate ai cani nelle scuole, ma i nostri ministri e qualche giornalista continuano ad appellarsi alla proibizione come unica panacea per difendersi dal male “droga”. Non fa eccezione – continua Bassi – l’attuale ministro Fontana che declina l’”approccio integrato” al tema droghe come: “bonifiche ambientali” coordinate con azioni di controllo nelle scuole (chiamando prevenzione ciò che è evidentemente repressione!), fino ad ipotizzare azioni di “contenzione” ai danni degli adolescenti.” Invece per Bassi “è in primis la condizione di illegalità che impedisce un intervento a tutto campo, che costruisce muri di sospetto e incomunicabilità fra le istituzioni, i servizi ed i consumatori. Abbiamo bisogno di proposte coraggiose di legalizzazione”.

Per Leonardo Fiorentini, Direttore di Fuoriluogo, “non è certo inasprendo le pene che si evitano tragedie come quella strumentalmente evocata da Salvini (che nulla c’entra con la lieve entità, peraltro). Lo dimostrano i consumi che si sono sempre dimostrati indifferenti al quadro legislativo. E’ necessario differenziare fra le sostanze e finalmente avviare anche in Italia una seria discussione sulla regolamentazione legale della cannabis, che da sola rappresenta l’80% dei consumi e l’80% dei sequestri. Fa specie poi – conclude Fiorentini – che Salvini, uno e trino (Ministro degli Interni, Segretario della Lega e Capitano) conduca la conferenza stampa alla Camera dei Deputati, proponendo un inasprimento delle pene per droga. E’ strano, perchè poche settimane fa, quando il Senatore Mantero ha presentato una disegno di legge per la legalizzazione della cannabis, i Ministri 5 stelle hanno fatto letteralmente a gara per smentirlo. Sembrerebbe quasi che sulle droghe possano parlare solo i leghisti al governo. Dove sono oggi i Ministri 5 stelle? Se hanno qualcosa da dire, battano un colpo!”.

Altre reazioni sono seguite da parte di associazioni e mebri del parlamento che sono state riportate da forum droghe e sono consutabili a questo link .

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