Da: La Repubblica on-line 1 febbraio 2017 Il ministro Minniti: "Tutti i firmatari si sono impegnati a ripudiare ogni forma di violenza e terrorismo". Tra i punti salienti l'impegno a "rendere pubblici nomi e recapiti di chi svolge un ruolo di mediazione tra la comunità e la realtà circostante"
ROMA - "Abbiamo firmato con le associazioni del tavolo islamico italiano un importantissimo documento, cruciale, che riguarda il presente e il futuro dell'italia attraverso il dialogo interreligioso". Così il ministro dell'Interno Marco Minniti, al Viminale, presenta il 'Patto nazionale per un islam italiano, espressione di una comunità aperta, integrata e aderente e ai valori e principi dell'ordinamento statale', redatto con la collaborazione del consiglio per i rapporti con l'islam italiano e recepito dal ministero dell'Interno. Minniti è soddisfatto, il documento è stato sottoscritto dalle principali associazioni e organizzazioni islamiche in italia, rappresentative di circa il 70 per cento dei musulmani che attualmente vivono in italia. "È un atto che considero straordinario - dice il ministro -, un importante passaggio utile per la vita del nostro Paese".
Tra i punti salienti del patto, come sottolinea Minniti in conferenza stampa, c'è la "formazione di imam e guide religiose" che prelude a un albo degli imam. Inoltre, le associazioni islamiche si impegnano a "rendere pubblici nomi e recapiti di imam, guide religiose e personalità in grado di svolgere efficacemente un ruolo di mediazione tra la loro comunità e la realtà sociale e civile circostante; ad "adoperarsi concretamente affinchè il sermone del venerdì sia svolto o tradotto in italiano"; ad "assicurare in massima trasparenza nella gestione e documentazione dei finanziamenti". Il documento di fatto consente di superare anche antiche contrapposizioni tra alcune associazioni islamiche.
"Il patto - sottolinea - si muove nell'alveo della nostra Costituzione, che sono i nostri valori. I valori che tutti quanti insieme ci impegniamo a difendere e a ripudiare qualsiasi forma di violenza e di terrorismo". "La prima parte del Patto - prosegue Minniti - richiama i valori della Costituzione italiana, che sono i valori dei firmatari, valori che tutti insieme ci impegniamo a difendere. Il cuore del documento - ha aggiunto - è il giusto equilibrio tra diritti e doveri".
Il segretario generale del centro Islamico culturale d'Italia (la grande moschea di Roma), Abdellah Redouane, tra i firmatari, esprime apprezzamento per lo "spirito" che ha portato alla firma: "Il centro continuerà a dare il suo contributo nel favorire una crescita e responsabile dell'islam in Italia".
Il Patto contiene dieci impegni da parte delle associazioni islamiche chiamate a far parte del Tavolo di confronto presso il ministro dell'Interno ed altrettanti da parte del ministero. Si sottolinea, rileva il ministro, "che la libertà di culto è una delle libertà inalienabili e che lo Stato non dà regole alle religioni, ma può fare intese. È l'incontro di libere volontà, non la supremazia di una volontà". Il titolare del Viminale definisce poi "un grave errore l'equazione tra immigrazione e terrorismo, ma è un errore anche dire che non c'è rapporto tra mancata integrazione e terrorismo. L'attentato di Charlie Hebdo ha dimostrato che livelli di integrazione non adeguati formano un brodo cultura per i terroristi".