Istruzione e mobilità sociale: sicurezza degli edifici e contenziosi sui concorsi universitari

il Manifesto di Save the Children e altre associazioni per affontare la crisi dell'edilizia soclastica, i continui ocntenziosi tra giustizia e mondo accademico sulla gestione dei concorsi universitari

Cittadinanzattiva e Save the Children continuano a denunciare la situazione di insicurezza in cui si trovano gli edifici scolastici di tutto il territorio nazionale, e non solo in quello delle aree con alta pericolosità sismica. Per cercare di dare un contributo positivo, le due associazioni hanno presentato alla Camera dei Deputatiun Manifesto in nove punti utili per una proposta di legge sulla sicurezza degli istituti scolastici in cui hanno sottolineato che solo il 53,2% degli edifici possiede il certificato di collaudo statico e il 53,8% quello di agibilità/abitabilità. Circa 4 milioni e mezzo di studenti (tra i 6 e i 16 anni) abitano in province totalmente o parzialmente comprese nelle aree con pericolosità sismica alta o medio-alta, in cui si trovano 17.187 edifici scolastici che corrispondono al 43% del totale delle scuole italiane.

Si riapre la questione della formazione delle commissioni universitarie per lo svolgimento di bandi di concorso o per la valutazione dei titoli per l’assegnazione dell’Abilitazione scientifica nazionale (ASN) necessaria per l’accesso ai ruoli di docente di I e II fascia. Il Consiglio di Stato,con la sentenza 1321, ha parlato di commissioni universitarie non degne di fiducia e ha richiamato il MIUR a intervenire nella questione che ha specificamente coinvolto una docente di Diritto del lavoro bocciata ingiustamente per tre volte al conseguimento della ASN per docenti di I fascia. Tale vicenda riporta l’attenzione anche sul tema dei concorsi universitari per l’accesso a varie posizioni nei Dipartimenti dei vari Atenei italiani, riguardo al quale già lo scorso anno l’Autorità anti-corruzione aveva parlato di un crescente contenzioso nelle Università italiane soprattutto per il fatto che queste ignorano e disattendono i risultati delle sentenze dei TAR e del Consigli di Stato. Diversi Atenei infatti non seguono le indicazioni date dai giudici amministrativi, quindi non riformulano i giudizi sui vincitori, non rivedono le graduatorie, non rifanno le commissioni d’esame

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