di Andrea Senesi
Corriere della Sera, 15 febbraio 2019
In Comune l'anagrafe parallela dei richiedenti asilo: così viene "aggirato" il decreto Salvini. Il sindaco: non è disobbedienza, vogliamo aiutare chi rimane senza diritti. Insorge il centrodestra: atto illegale. È la "terzia via" tra la chiusura leghista e la disobbedienza civile annunciata dai sindaci di centrosinistra del Sud. La ricetta milanese di resistenza legale al decreto sicurezza era stata annunciata dal sindaco Giuseppe Sala ed è stata raccontata ieri, davanti alle commissioni consiliari di Palazzo Marino, dall'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e da quello ai Servizi civici Roberta Cocco.
Il Comune istituirà un registro per i richiedenti asilo, uno strumento che permetterà all'amministrazione di "tutelare" quei migranti che, per effetto del decreto Salvini, non potranno più iscriversi all'anagrafe cittadina. L'obiettivo del registro è conoscere i richiedenti asilo domiciliati a Milano, mettere a disposizione questi dati a tutti gli enti che possano essere interessati (Inps, ospedali, scuole) per facilitarne l'accesso ai servizi a cui hanno diritto.
I servizi comunali che hanno sede in via Scaldasole offriranno poi consulenza legale a chi ne ha bisogno. "Vogliamo offrire un supporto pur nel rispetto della legge", commenta Cocco, mentre Majorino lancia un appello alla prefettura di Milano "perché non applichi la legge Salvini nella parte relativa alla cessazione dei percorsi di accoglienza già in attivi e non mandi le persone per strada". Sono già 103 i migranti che, secondo dati di Palazzo Marino, si sono visti rifiutare, dal 25 ottobre a ora, la richiesta di iscrizione anagrafica.
La "terza via" milanese rimane nell'ambito della legalità, perché i richiedenti non vengono iscritti all'anagrafe ufficiale (la strada scelta invece dai sindaci di Napoli e Catania), ma prova comunque a "limitare i danni prodotti dalla legge". Uno per tutti: "Il decreto Salvini non fa che aumentare l'esercito di invisibili in giro per la città".
Per questo si metterà infine in campo una "rete civica per l'integrazione", con la collaborazione del terzo settore, con l'obiettivo di intercettare chi vive per strada, anche perché ha perso il diritto all'accoglienza nei centri per effetto del cambiamento della legislazione.
La polemica esplode in un attimo. Durissimo il leghista Alessandro Morelli: "Majorino e il Pd mettono il Comune di Milano nelle condizioni di essere la prima amministrazione ad essere accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Per il capogruppo di Forza Itala Fabrizio De Pasquale "urge attivare immediatamente i centri per il rimpatrio e le procedure di espulsione e non utilizzare l'anagrafe per fare propaganda".
I Cinque stelle però offrono una sponda inaspettata al centrosinistra. "Noi siamo assolutamente d'accordo con l'idea di costituire un registro per sapere quante e chi siano e siamo anche d'accordo con l'aiutarle nell'immediato. Se lo si fa per aiutare le persone siamo pronti a dare il nostro supporto; se serve ad attaccare il governo, no", commenta l'ex candidato sindaco del M5s Gianluca Corrado. Plaudono il Pd e le sinistre: "Il registro va fatto il prima possibile".
In serata arriva anche il commento del sindaco. "Stiamo parlando di richiedenti asilo - sottolinea Beppe Sala: a noi interessa una tutela di queste persone, una tutela minima sulla sanità perché se vanno in un pronto soccorso non ci siano troppe storie".